Il centro abitato di Montegrimano presenta ancora oggi un caratteristico nucleo con impianto urbanistico a spirale, di chiara origine Alto Medioevale. Questo castello, posto su un rialzo conico, dominava quasi tutta la media Valle del Conca.
Nel 1228 non figurava ancora sotto il dominio dei conti di Montefeltro, per cui è da credere che fosse una delle tante comunità di uomini liberi, al pari di Macerata Feltria; e al pari di quest’ultimo “Castrum”, aveva la torre posta sul punto più alto e proprio al centro dell’agglomerato fortificato.
La torre, quindi, doveva appartenere alla comunità, sorta ben prima del XIII secolo.
Un “Oderisius” di Montegrimano è citato come testimone in un atto del Legato Imperiale in Romagna nel 1175.
Dopo aver fatto parte del territorio dei conti di Montefeltro nel XIV secolo, Montegrimano tornò sotto il diretto dominio della S.Sede. Nel 1371 veniva così descritto: “Il castello di Montegrimano è su un monte ed ha un palazzo fortificato assai robusto, alla custodia del quale staziona un castellano con una guarnigione di sei soldati. Questi riceve ogni mese dalla Camera Apostolica 15 fiorini. Nell’ambito del territorio abitano 85 famiglie censuali”. Non vi si fa menzione della torre che forse era stata abbattuta e non ancora ricostruita.
Nel 1284 Riccardo del Tonto, rappresentante di Montegrimano giurava fedeltà agli Statuti del Conte Antonio da Montefeltro. Quattro anni dopo il capitano deponeva in un processo contro le ruberie degli abitanti del Sasso (feltrio), sudditi dei Malatesta.
Nel diploma concesso da Papa Benedetto IX al conte Antonio, fra gli altri castelli del Montefeltro, nel 1446 Montegrimano fu conquistato a viva forza dai riminesi, ma due anni dopo gli stessi abitanti riaprirono le porte al Conte Federico. Per i secoli seguenti, seguì le sorti dello stato urbinate.
Così veniva descritta la torre nel 1925: “E’ rimasta in piedi, benchè molte volte fatta restaurare a spese della comunità, la torre campanaria, ridotta a servizio pubblico orologio un po’ modificata, ma con la primitiva impronta del ‘400”.
La cella campanaria fu rifatta nei secoli scorsi. Verso i primi decenni del ‘600, come di ricava dal disegno del Mingucci, alla torre era stata sovrapposta una cupola non molto dissimile all’attuale. Le parti esterne furono coperte da uno strato di intonaco, per proteggere la costruzione dagli agenti atmosferici.
Recentemente sono stati effettuati alcuni lavori di consolidamento della parte superiore e, in quell’occasione, una parte dell’intonaco è stato tolto mettendo in evidenza la pietra alberese locale, appena sbozzata a piccoli blocchi cubici. Alla base, ancora visibile, c’era la cisterna per la raccolta delle acque piovane con copertura a botte. All’interno sussistono ancora dei ripiani in legno.
Caratteristiche:
TORRE CIVICA DI MONTE GRIMANO: 536 m.s.l.m.
SVILUPPO: lati 5,90 x 5,60 – altezza mt. 18,00
ICONOGRAFIA: Mingucci (1626) – Franciosi (1924) – Mancini Vichi (1959)